Pregi e difetti dell’enciclopedia on line che è arrivata al decimo anno di vita. Un prezioso contenitore di informazioni, ma non sempre attendibili. La nostra regione meriterebbe di più…
di Lella Mazzoli *
Dieci anni sembrano pochi. A quella età si va ancora alla scuola elementare. Nell’immaginario di una mamma si è ancora piccoli, troppo piccoli per essere indipendenti. La rete e tutto quello che vi sta dentro cresce più in fretta di un bambino e dieci anni possono essere un’età probabilmente corrispondente a un giovane-adulto. Dieci, tanti sono gli anni di Wikipedia e non mi pare vada più alle elementari. Ha già una età per potersi iscrivere alla Università. Per molti è già in possesso di laurea.
Che cos’è Wikipedia? E’ una grande enciclopedia on-line. E’ un luogo dove è possibile trovare tanto (secondo alcuni gran parte) dello scibile umano. E’ un contenitore di informazioni, notizie, ma anche approfondimenti, qualche volta corretti, altre volte molto meno. Per alcuni è un contenitore, ma di notizie false.
Ciclicamente si è scritto tanto e si scriverà ancora tanto su di lei o lui. (Chissà se è femmina o maschio? Decido che è femmina). Si dice tutto il male ma anche tutto il bene. I puristi la contestano, gli studenti (ma non solo) l’adorano, i giornalisti ci guardano non sempre dichiarandolo, i semplicemente curiosi ci passano un po’ di tempo zigzagando nelle e fra le sue pagine.
Qualche tempo fa è uscita una critica, molto forte su diversi giornali che metteva in evidenza i tanti errori che appaiono su questa “enciclopedia”, ma subito dopo i suoi fautori hanno presentato un elenco dei tanti errori che appaiono, ad esempio, sulla Enciclopedia Britannica e non solo. Quello che però i suoi fans mettono in evidenza (a ragione) è che Wikipedia è più facile e veloce da consultare. Si possono correggere altrettanto velocemente gli errori, può essere aggiornata una pagina, liberamente, aggiungendo informazioni. Oppure si può creare una nuova pagina su qualcuno o qualcosa che ancora non c’è.
Si pone il problema del controllo. La verifica sulle pagine di Wikipedia non è fatta da una redazione o da un esperto come comunemente accade in una redazione tradizionale. (Diamo per scontato che lì si faccia!). C’è una sorta di controllo che viene fatto da un team “libero” che ha il solo compito di sorvegliare che non avvengano cancellature, offese, vandalismi. Mentre la più estesa comunità di frequentatori ne decreta il successo.
Questa assenza di redazione con nomi e cognomi fa della Enciclopedia Britannica uno strumento di maggiore qualità e affidabilità. Secondo me.
In tanti ne fanno uso: per soddisfare curiosità, per aggiornarsi su un personaggio, una teoria, un avvenimento, un periodo storico etc. dai ragazzi per le loro ricerche di studio, ai politici, professionisti (e non solo) per curiosare fra i loro avversari o per preparare interventi su temi spesso a loro completamente ignoti. Anche questo è Wikipedia. Riuscite a immaginare alcuni personaggi che vanno nei salotti televisivi che prima fanno un salto in Biblioteca a consultare la Treccani?
Uomini e donne più o meno famosi, possono se vogliono essere su Wikipedia, qualche volta ci sono anche senza che lo vogliano. Ma ci sono anche amministrazioni, città, comunità montane, organizzazioni pubbliche e private. Molti aprono una voce a loro nome invitando ad aggiungere informazioni sulla pagina. Perché questo si può fare: essere produttori oltre che consumatori di informazioni.
Faccio un esempio. Vado a cercare la pagina delle Marche in Wikipedia. Tranquilli. C’è. Allora guardo cosa c’è.
La pagina descrive la nostra Regione con mappe, dati statistici, notizie amministrative. Elenco dei comuni. Divisione delle città per categorie: arte, montagna, mare,etc.
Manca un racconto, una cornice che inquadri la nostra Regione. Non mi pare ci sia qualcosa che stimoli le persone a incuriosirsi al nostro territorio, magari a venirlo a vedere, non mi pare che ci siano informazioni sulle nostre ricchezze industriali, i nostri distretti commerciali, formativi, culturali. Manca un frame. Ma la pagina però è ricca di link. C’è cioè la possibilità di cliccare sul nome di una delle nostre splendide città e collegarsi con il sito e le informazioni e le immagini e gli eventi di quella città. Ma l’informazione sulle Marche può crescere e migliorare.
Mi piacerebbe che, al di là di qualche errore (ma chi non ne fa, pensate a tutte le castronerie che sentiamo in tv, non posso non ricordare che qualcuno/a ha confuso Federico da Montefeltro con Federico II ), in tanti migliorassero e aggiornassero la pagina di Wikipedia delle Marche a cominciare da chi ci vive, da chi la visita e perché no da chi la governa. Tant’è!
* Lella Mazzoli, Direttore Dipartimento Scienze della comunicazione dell’Università di Urbino Carlo Bo