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“Cronista piedi, cuore e cervello”

30/05/2014
Il 5 aprile scorso, nell'aula magna della Scuola di giornalismo di Urbino intitolata a Silvano Rizza, grande maestro, fondatore dell’Istituto e primo indimenticato direttore, si è svolto il commosso ricordo di Luca Dello Iacovo, ex allievo, scomparso nel dicembre 2013.
 
“Think before you tweet” e “in futuro con Twitter si racconteranno eventi in diretta” scriveva già nel 2009 nei suoi appunti Luca Dello Iacovo, ex allievo della Scuola di giornalismo di Urbino, morto lo scorso dicembre. Cresciuto professionalmente al Sole24Ore, aveva cominciato a occuparsi di cultura digitale già ad Urbino, la cui redazione fu aperta al web, diversi bienni prima, dal fondatore dell’Istituto, Silvano Rizza, scomparso la scorsa estate. Nonostante provenisse dalla carta stampata, il “professore” (come lo chiamavano tutti) aveva capito le potenzialità dell’informazione online.
 
Vecchi e nuovi alunni dell’Ifg hanno ricordato Silvano Rizza e Luca Dello Iacovo in una giornata densa e a tratti commovente di incontri e dibattiti sulla professione e sul giornalismo digitale.
 
Maestro e allievo, due giornalisti diversi, per anagrafe, interessi e storia personale, ma uniti – su questo tutti d’accordo – da una grande passione per la professione e da una lungimiranza rara nelle redazioni. In mattinata, nell’Aula sospesa dell’Università Carlo Bo, i lavori si sono aperti sul tema “Data journalism, cultura digitale e innovazione”. Hanno contribuito alla discussione il direttore di Wired, Massimo Russo, e il giornalista del Sole24Ore, Luca Tremolada. Due ore intense a raccontare un mondo che è già cambiato, che ha già vissuto la rivoluzione digitale e che i giornali ancora faticano a catturare.
 
L’incontro è proseguito con l’intervento di un grande amico di Silvano Rizza, Paolo Gambescia, ex direttore del Messaggero, del Mattino e dell’Unità, con una lectio dal titolo “Giornalismo di ieri e di oggi”. Pur tratteggiando differenze con le posizioni di Russo e Tremolada, il senso profondo dell’incontro è rimasto lo stesso: il giornalista deve essere nel mondo e capire il mondo per raccontarlo. Di Rizza ha detto: “Per Silvano il cronista è piedi, cuore e cervello”, qualcosa che – con l’evoluzione della tecnologia – non può cambiare. Molto commosso il ricordo di Silvano Rizza fatto dal figlio, Claudio Rizza, che ha ricordato l’amore di suo padre per la scuola che ha fondato.
 
Infine Mario Tedeschini Lalli, giornalista del gruppo Espresso, presidente di Ona Italia (Online news association) e docente della Scuola di Urbino, ha tirato un po’ le somme della giornata, riuscendo a fare una sintesi degli interventi precedenti partendo dal problema dei “dati” e dei “fatti” come sfida per il giornalismo. Cultura digitale e professionalità, web e carta stampata, non sono che aspetti diversi della stessa professione, anzi dello stesso mestiere: quello del giornalista.
Nel pomeriggio si è tenuta l’intitolazione dell’aula magna della Scuola a Silvano Rizza, con gli intervento del direttore dell’Ifg, Lella Mazzoli, e il direttore dei corsi e delle testate, Gianni Rossetti.