E' stato liberato e ha lasciato l'Afghanistan il giovane giornalista afghano Sayed Pervez Kambaksh, condannato a morte nel suo Paese per ''blasfemia'' per essersi occupato dei diritti delle donne, il cui caso ha mobilitato una campagna mondiale in suo favore. Lo afferma il quotidiano britannico The Independent sul suo sito online, aggiungendo che il giornalista e' stato ''segretamente graziato dal presidente (Hamid) Karzai''.
Contattati telefonicamente dall'ANSA, sia il fratello che l'avvocato del giornalista hanno confermato il suo rilascio, ma non hanno voluto dire nulla su dove si trovi al momento.
''Posso confermare la grazia e il rilascio'', ha detto l'avvocato Afzal Nooristani, che ha aggiunto tuttavia di ''non poter confermare che (Kambaksh) sia fuori dal Paese'' per ''problemi di riservatezza''. Quanto alla data del rilascio, Nooristani ha parlato ''un paio di settimane fa''. ''Posso confermare la sua liberazione ma non posso aggiungere altro'', ha detto a sua volta il fratello.
L'Independent, fra i media piu' attivi nella causa per la sua liberazione, promotore di una petizione con 100.000 firme, scrive sul suo sito che ''Kambaksh e' stato trasferito dalla sua cella nel carcere principale di Kabul un paio di settimane fa e custodito in un luogo sicuro per alcuni giorni prima di lasciare il Paese in aereo. Prima di partire (il giornalista) ha parlato di come il suo sollievo sia misto a profonda tristezza sapendo che sara' altamente improbabile che riveda mai piu' la sua famiglia e il suo Paese''. Kambaksh, 24 anni, fu condannato a morte con un processo- lampo da un tribunale di Mazar-i-Sharif, senza la presenza di un avvocato, per aver scaricato da un sito iraniano materiale informativo sui diritti delle donne e l'Islam. La sentenza fu poi convertita in 20 anni di detenzione da una corte d'appello, suscitando le ire degli islamici piu' intransigenti, fra cui alcuni politici anche vicini a Karzai, che ne chiedevano l'esecuzione immediata.
Una fonte diplomatica citata dall'Independent dice che ora ''la situazione e' pericolosa e siamo coscienti del fatto che ci sara' una reazione quando apparira' chiaro che Pervez (Kambaksh) se n'e' andato. Era assolutamente indispensabile che lui uscisse dal Paese prima che si tentasse di bloccarlo''. (ANSA).