Il Decreto anticrisi, convertito in legge nell’agosto 2009, prevedeva un aumento del 20% del trattamento di integrazione salariale erogato dagli enti previdenziali in favore dei lavoratori coinvolti in programmi di riduzione dell’orario di lavoro per effetto della stipula di contratti di solidarietà finalizzati ad evitare licenziamenti per esubero di personale.
L’aumento del trattamento, dal 60 all’ 80 per cento della retribuzione persa per effetto della riduzione dell’orario di lavoro stabilita nei contratti di solidarietà, in particolare, era contenuto nell’art. 1, comma 6 del D.L. 78/2009 convertito in legge 102/2009. Tuttavia la norma che prevedeva l’aumento, in via sperimentale per il biennio 2009/2010, pur essendo destinata alla generalità dei lavoratori, non poteva essere applicata in particolare anche ai giornalisti perché in sede attuativa non si era tenuto conto del personale giornalistico.
Finalmente la questione, che riguarda molti colleghi dipendenti di aziende in difficoltà, è stata positivamente risolta attraverso una interlocuzione con il Ministero del Lavoro che ha portato a un’intesa nella quale sono stati definiti gli aspetti di ordine operativo riguardanti la copertura finanziaria dei relativi oneri, che sono a totale carico dello Stato.
“La possibilità anche per i giornalisti dipendenti da aziende presso le quali sono intervenuti accordi di solidarietà di beneficiare dell’aumento dell’integrazione salariale – afferma il Presidente Andrea Camporese – rappresenta un importante risultato e costituisce nell’ambito del welfare un ulteriore strumento di sostegno al reddito per affrontare la difficile situazione occupazionale determinata dalla crisi in atto.”
Restano esclusi dalla possibilità di usufruire dell’aumento dell’integrazione soltanto i lavoratori interessati da contratti di solidarietà “in deroga”.