Intollerabile e inaccettabile. Non ci sono altri aggettivi per definire quanto successo stamattina nella chiesa di San Bartolomeo a Monterosso di Abano, dove il vescovo di Padova, monsignor Antonio Mattiazzo, in visita pastorale nell’ex parrocchia di don Sante Sguotti, il prete innamorato ridotto allo stato laicale dal Papa, ha cacciato il collega Gianni Biasetto, collaboratore del “Mattino” di Padova.
L’unica colpa ascritta al giornalista è quella di aver fatto il proprio mestiere riportando l’evoluzione di una vicenda che è rimbalzata sulle cronache nazionali e internazionali. Ora la cosa può piacere o non piacere ma siamo in uno Stato laico in cui vigono la libera espressione delle opinioni, il dibattito pluralista e per i giornalisti il diritto-dovere di informare i cittadini in maniera corretta e trasparente nel rispetto delle leggi e della deontologia professionale. Dispiace questo “scivolone” del vescovo di Padova, autorevole riferimento per la società civile tutta con cui a questo punto è necessario un confronto.
Il Sindacato giornalisti del Veneto, con il Gruppo Cronisti Veneti e l’Unione nazionale cronisti italiani, nell’esprimere piena solidarietà a Gianni Biasetto additato al pubblico ludibrio, alla messa della domenica, e umiliato anche nel suo essere cattolico praticante, condanna con fermezza questo episodio. Tanto più grave perché giunto in un momento in cui l’informazione e i giornalisti sono sottoposti a intimidazioni continue – buon’ultimo il disegno di legge sulle intercettazioni - tese a limitare con pesanti sanzioni penali e pecuniarie, la libertà di informare e il diritto di essere informati.