1920
I giornalisti italiani e le “istantanee”
della “Rivoluzione russa”
Terminata la Prima guerra mondiale, molti giornalisti italiani “reduci” dai vari fronti, furono spediti dai loro giornali in Russia per raccontare cosa realmente stesse accadendo. Per “La Stampa”, inviato fu Virginio Gayda, per il “Giornale d’Italia” Armando Zanetti. Il più brillante – secondo un articolo della “Rivoluzione liberale” di Piero Gobetti, firmato G.A. – fu, però, Luciano Magrini: “Era, di tutti i giornalisti italiani, quello che aveva più stile, più linea. La sua barba prolissa, da mugik, lo guidava… Quelli che lo conoscono, sanno di avere di fronte un reporter internazionale di prima forza: e quelli che non lo conoscono, capiscono subito dalla barba ascetica e monacale di aver da fare con uno che non si spaventa di fare a piedi la ritirata da Belgrado a Salonicco”. I suoi reportage (maggio-giugno 1920) furono raccolti nel volume “Nella Russia bolscevica”. Magrini andò alla ricerca degli italiani, travolti dalle vicende, raccogliendo le loro testimonianze e le loro confessioni.
Un giornalista russo, naturalizzato italiano, Vladimiro Zabughin, invece, si trovò a scrivere in diretta le sue corrispondenze, nell’autunno del 1917, in mezzo alle cannonate dell’incrociatore Aurora, quasi per caso: era lì in missione per conto del governo italiano. Partecipò in prima persona ai momenti più drammatici che portarono alla caduta di Nicola II. Il reportage che ne scaturì venne pubblicato pochi mesi dopo in Italia con il titolo “Il gigante folle, istantanee della Rivoluzione russa”.
(1929)
Le “Pagine felici” di un giornalista
“brevettato” pilota di idrovolanti
Otello Cavara (1887-1928) è stato un pioniere del giornalismo aeronautico. Esordì a Milano nella redazione del “Tempo”, prima di passare al “Corriere della Sera”. Conseguito il brevetto di pilota di idrovolanti nel corso della prima Guerra mondiale, prese parte alle operazioni militari con voli di ricognizione e di bombardamento, guadagnandosi due medaglie al valor militare. Collaboratore della “Lettura” e della “Illustrazione italiana”, dopo la fine delle ostilità, sul quotidiano di Via Solferino firmò corrispondenze e articoli dedicati all’aviazione, che furono alla base dei volumi “Voli di guerra” (1918), “Scoperte in Italia di un reporter ingenuo” (1923) e “Guida del viaggiatore aereo” (1928).
Un’antologia dei suoi scritti (“Pagine felici”, 1929) fu pubblicata con una introduzione di Ugo Ojetti.