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I cambiamenti nei media in Italia e negli USA

28/04/2016
Michael Wolff, giornalista, imprenditore del web, autore di saggi, tra cui una biografia di Rupert Murdoch, è considerato tra i maggiori esperti americani dei media. In una recente intervista, a cura di Arturo Zampaglione (“la Repubblica”, 10 aprile 2016), ha analizzato i cambiamenti in corso negli USA e in Italia, nel mondo dei media.
Alla richiesta di delineare i trend globali nel campo dei media, in modo da capire meglio come si inseriscono i movimenti in Italia, ha risposto così: «Dobbiamo innanzitutto distinguere tra i vari media: mentre la TV va alla grande, le prospettive per la carta stampata sembrano sempre più buie, fosche, almeno negli Stati Uniti. Crollano le tirature e i redditi pubblicitari, mentre gli under 40 hanno perso l’abitudine di leggere o comprare un giornale. Si pensava che la salvezza sarebbe stata il passaggio dalla carta al web, ma i nuovi proventi del business digitale si rivelano ben lontani dalle aspettative dei quotidiani, e non sostituiscono certo quelli che si vanno perdendo».
A una successiva domanda se quel futuro sarà così tenebroso e a cosa potranno servire operazioni, come quelle in corso in Italia, ha dato questa risposta: «Io mi riferivo al mercato americano, dove la crisi è cominciata molto prima che in Europa. Certo, l’incubo per tutti è che il futuro assomigli al presente americano, dove c’è tutta una fascia di quotidiani di città medio-grandi, da Los Angeles, a Chicago, a Baltimora, e accumulano perdite senza sapere come venirne fuori. Temo che negli Stati Uniti sia troppo tardi per un processo di consolidamento, ma altrove, a cominciare dall’Italia, è importante e necessario puntare sull’efficienza produttiva e su maggiori economie di scale, come quelle realizzate dal piano di fusione Espresso-La Stampa o ipotizzate dall’Opa sul Corriere della Sera».