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“Dizionarietto di parole del futuro” è la nuova opera di Tullio De Mauro, per l’Editore Laterza: uno studio sui numerosi neologismi che colorano e arricchiscono quotidianamente la lingua italiana.
Nascono in continuazione perché qualcuno li inventa e poi accade che anche altri li usino. Così la lingua italiana è piena di parole che non compaiono nei dizionari italiani e che compongono frasi che, anche se non sembra, hanno un senso compiuto. Lo garantisce il maggiore linguista dei nostri tempi interpretando e spiegando parole come: nutraceutico, noismo, governance, europeità, empowerment, e così via.
La lingua cresce per neologismi, e la fabbrica delle parole non si ferma mai. E proprio a quella fase che va da quando qualcuno le conia a quando entrano a far parte dell’uso comune, De Mauro ha dedicato da tempo i suoi studi che ora sono diventati un vero e proprio dizionario delle parole del futuro.
Una buona parte dei neosemi avvistati dal linguista sono anglicismi, o vocaboli inglesi importati tali e quali, ma ancora più intriganti sono i neologismi autoctoni, non trapiantati. Un segno di vitalità della nostra lingua perché, come sottolinea l’autore “la produzione di neologismi è fisiologia linguistica, non patologia o bizzarria”.