Un doppio studio evidenzia che i giornali restano la sola piattaforma di riferimento e trainano gli altri canali: mobile, tablet, desktop, app
(Il Messaggero, 1 febbraio 2017)
Soffocare di bufale si può. Teorie false, fake news e leggende di cui si alimenta la rete, tra social e siti incontrollati, possono fare danni importanti (…). Ma i fatti dimostrano che, se notizie e informazione sono «i contenuti mediali più strategici», considerati «irrinunciabili dalle persone», è comunque il Newsbrand a vincere perché «la credibilità» è tutto.
Ed è quindi ancora la stampa quotidiana, con tutte le sue declinazioni digitali (mobile, tablet, desktop e app) a «guidare il gioco dell’influenza sociale» e a «rappresentare un argine alla massa di contenuti che arriva dal web con poca o nessuna mediazione, rendendo l’informazione vulnerabile alle derive della post-verità». È un doppio studio condotto da GroupM con le concessionarie dei principali quotidiani nazionali, Manzoni, Piemme, Rcs Pubblicità e System24, ad arrivare a questa conclusione.
Il progetto Newsbrand è partito con l’obiettivo di accendere un faro sull’evoluzione dei quotidiani e dei loro canali digitali (…). Si scopre dunque che i lettori vanno più che mai a caccia di qualità e di fiducia, così come di un legame con il territorio che solo il sistema dei quotidiani può offrire (…). I numeri raccontano di «una carta stampata » tutt’altro che morta. Anzi, di «un sistema di piattaforme che copre trasversalmente tutte le generazioni» (…). A chi celebra già il funerale della carta stampata interesserà sapere poi che anche in tempi di crisi il contributo maggiore di questo incremento viene dalla stampa quotidiana, che resta sempre piattaforma di riferimento con 28,4 milioni di lettori e 66% di lettori esclusivi, rispetto alle edizioni digitali. Poi c’è da considerare il traino dell’edizione cartacea alle altre piattaforme (pc, mobile e app), capaci come sono di coprire trasversalmente tutte le generazioni (inclusi i Millennial, oltre 4 milioni nel giorno medio, e i Baby Boomer, 4,8 milioni). (…)