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Il ruolo della stampa nel dibattito sulla pubblica sicurezza

14/06/2013
Il problema della pubblica sicurezza è molto sentito dalla popolazione ed è perciò compito dei giornalisti occuparsi anche di questo tema e, perché no, aprire un dibattito. Questo deve però avvenire con la massima professionalità e cautela per evitare di alimentare stereotipi e pregiudizi nei confronti di singoli gruppi, come gli stranieri. La Carta di Roma sulla deontologia dei giornalisti nei confronti di richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti precisa infatti che alcuni comportamenti criminali non possono assolutamente essere individuati in alcune etnie. Ci preoccupa perciò il fatto che il Dolomiten, aprendo legittimamente un dibattito sul problema di alcuni casi di pestaggio avvenuti di recente in Alto Adige, abbia usato termini come “bande di albanesi”, “gli albanesi” e “bande di giovani, formate soprattutto da albanesi”. Quanto sia facile scaldare gli animi lo dimostra anche il fatto che gli amministratori del gruppo Facebook “Stopp die Gewalt in Südtirol” siano dovuti intervenire e cancellare dei contributi xenofobi. Le generalizzazioni vanno assolutamente evitate, lo sanno gli italiani che non sono tutti “mafiosi”, come anche i tedeschi che non sono tutti “nazisti”. Accogliamo perciò con soddisfazione la precisazione pubblicata oggi dalla redazione del Dolomiten, che prende la distanza da qualsiasi forma di campagna denigratoria contro gli stranieri. L’attenzione di noi giornalisti deve però sempre essere altissima per non alimentare tensioni tra diversi gruppi della nostra società. E per questo ogni singola parola va pesata e calibrata.

 
 
Fabrizio Franchi, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige
Stefan Wallisch, segretario del sindacato giornalisti Trentino Alto Adige