Le inedite e forti difficoltà a informare i cittadini sulla “attività” di magistratura e forze di polizia; la previsione che i contenuti delle telefonate intercettate non si potranno mai pubblicare, neanche dopo l’udienza filtro; le pesanti sanzioni penali a carico dei cronisti; la nuova fattispecie di reato addebitabile agli editori per l’attività dei giornalisti; la prescrizione dell’anonimato della magistratura che toglie trasparenza all’amministrazione della giustizia e all’informazione.
Sono i principali temi della contrarietà dell’intero mondo del giornalismo che l’Unione Nazionale Cronisti Italiani vorrebbe illustrare ai componenti la Commissione Giustizia del Senato che sta esaminando il ddl Alfano sulle intercettazioni. Lo ha scritto il presidente dell’Unci Guido Columba nella lettera inviata al Presidente della Commissione Filippo Berselli per chiedere un’audizione.
“Sono tutti temi sui quali i giornalisti hanno, sin dalla presentazione del ddl, espresso aperta contrarietà – scrive Columba - nella convinzione che avrebbero privato i cittadini del loro diritto costituzionale ad essere informati in modo corretto, compiuto e tempestivo sullo svolgimento delle indagini giudiziarie, come prevedono la Costituzione italiana e la Convenzione europea dei diritti dell’Uomo”.
Sono i temi conclude il presidente dell’Unci “sui quali si articola la piattaforma a sostegno dello sciopero nazionale che la Federazione della Stampa ha proclamato per i giorni 13 e 14 prossimi” .