Il Giornale di oggi, in apertura di pagina 10, pubblica un articolo , a firma di Jacopo Granzotto, di dura critica alla consegna di una “tessera d’onore” al presidente del Consiglio, Mario Monti. Lo stesso quotidiano pubblica un commento ad una lettera (pag.30) nella rubrica di Paolo Granzotto. L’articolo riporta affermazioni offensive del giornalista Franco Abruzzo, attualmente membro del Consiglio regionale dell’Odg della Lombardia (“una terronata per arruffianarsi il potente di turno”).
Il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, ha inviato al Giornale la risposta di seguito riportata:
Ho fatto la primina dalle suore e, quindi, le mie prime aste – tracciate sul quadernone – sono “benedette”. E’ per questo che non mi dolgo per il fatto che mi si dia del ruffiano senza neanche chiedermi un’opinione (le “aste” del viver civile) sul capo di incolpazione: aver dato la tessera d’onore a Mario Monti.
Strano che ciò avvenga proprio su Il Giornale che ha fatto campagne di stampa, da me condivise in pubblico e in privato, sui diritti dell’incolpato, qual io sono in questa fase, per il reato di ruffianeria.
Non mi dolgo, comunque, neanche di questo. C’è, nel nostro amato Paese, un diffuso strabismo. Si reclamano regole che debbono essere applicate, rigorosamente, ai terzi, ma vanno benevolmente interpretate quando il nostro interesse è altro.
L’ex presidente dell’Odg della Lombardia, Franco Abruzzo, insiste nelle sue volgarità (pag.10 de Il Giornale di oggi). Continui. Credo che questo comportamento lo qualifichi degnamente agli occhi dei colleghi. Insiste anche nella originale teoria che il principio generale di una legge (“un cappello che guida la lettura di tutto l’articolato”) possa essere inserito all’articolo 3, comma 5.
Strano per un “cappello”, ma io ho fatto la primina dalle suore e questo deve aver ridotto la mia capacità di apprendere dalle lezioni di due maestri di diritto, quali Salvatore Pugliatti e Guido Capozzi.
Strano anche per uno che ha superato l’esame di diritto costituzionale che, ai miei tempi non era al primo anno (laurea nel 1971), ma può esserlo diventato all’epoca degli studi di Abruzzo: tutto fa brodo, in ogni caso, se si vuole fare polemica, fornendo consapevolmente armi ai nemici dell’Ordine.
L’ex presidente Abruzzo continua a salire in cattedra, rifiutandosi di confrontarsi con qualsiasi opinione diversa dalla sua: si limita a demonizzarla. In tante altre sedi, fa citazioni ben più ampie di norme. Mi preoccupo del diritto dei colleghi pubblicisti di appartenere all’Ordine – reso più forte dal provvedimento approvato dal Parlamento in dicembre, a modifica di quello presentato dal governo Berlusconi – e avverto il dovere, che dovrebbe essere di tutti noi, di tutelarli. Puntando alla sostanza.
Il resto – il balletto tra articolo 3 modificato dall’articolo 33 ….. – mi interessa meno. Mi dichiaro sconfitto: i numeri li dà meglio Abruzzo.
Enzo Iacopino
P.S.: Sono contento di aver dato a Mario Monti la “tessera d’onore”. Lo rifarei, forte del diffuso consenso soprattutto da parte degli ultimi tra noi, i non contrattualizzati che credono nella funzione dell’Odg più di quelli che lo sono.
Sono fiero di aver consegnato io la “tessera d’onore” a Giorgio Napolitano. Lorenzo Del Boca, mio predecessore la annunciò a Carlo Azeglio Ciampi.