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Le donne del giornalismo italiano

14/07/2016
Giovanna Mogavero, nata a Trapani nel 1901, iniziò gli studi a Palermo, per poi proseguirli a Roma, dove cominciò a dedicarsi al giornalismo. Fu più conosciuta con lo pseudonimo di Ester Lombardo, o talvolta di Giovanella Artale. Nel 1919 scrisse per “Il Progresso”; fondò e diresse “La donna dei campi”, supplemento femminile de “La Terra” che, nel 1922, trasformò in “Vita femminile”. Il giornale, pubblicato a Roma fino al 1930, fu trasferito a Milano, dove fu editato fino al 1943. Il nome di Ester Lombardo è legato anche alla “Rassegna del movimento femminile”, per sostenere la proposta di legge, poi lasciata cadere, sul voto delle donne.
Nella ricerca del rapporto donne-giornalismo, per la storia dei media in Italia, ricordiamo alcune “firme”, col tempo trascurate. Fanny Dini, toscana di Pistoia, esordì nel 1922 come redattrice de “Il Nuovo Giornale”. Recatasi ad Addis Abeba, fu la prima giornalista a commentare la spedizione militare italiana in Africa. Successivamente collaborò con varie testate: da “Il Giornale d’Italia” a “Pegaso”, a “Italia Futurista”.
Giovanna Mogavero, nata a Trapani nel 1901, iniziò gli studi a Palermo, per poi proseguirli a Roma, dove cominciò a dedicarsi al giornalismo. Fu più conosciuta con lo pseudonimo di Ester Lombardo, o talvolta di Giovanella Artale. Nel 1919 scrisse per “Il Progresso”; fondò e diresse “La donna dei campi”, supplemento femminile de “La Terra” che, nel 1922, trasformò in “Vita femminile”. Il giornale, pubblicato a Roma fino al 1930, fu trasferito a Milano, dove fu editato fino al 1943. Il nome di Ester Lombardo è legato anche alla “Rassegna del movimento femminile”, per sostenere la proposta di legge, poi lasciata cadere, sul voto delle donne.
Il nome di Maria Majocchi Plattis (1864-1917); pseudonimo: Jolanda) è legato alle riviste “La rassegna moderna”, che fondò e diresse a partire dal 1905, e “Cordelia” (periodico per le giovani donne) che diresse dal 1915.
Nata a Firenze nel 1898, Maria Quilici si dedicò al giornalismo aeronautico. Esordì nel 1921 come collaboratrice de “Il Tempo” e del “Resto del Carlino”; passò poi al “Corriere Padano”. Dal 1929 al 1943 diresse l’Ufficio Stampa di una delle prime compagnie aeree civili italiane, fondandovi e dirigendo la rivista “Volandum”.Nel 1946, assunse la responsabilità dell’Ufficio Stampa della neocostituita Alitalia. Incarico che ricoprì fino al 1963, dirigendo anche la rivista “Freccia Alata”. Successivamente si dedicò interamente al giornalismo, collaborando con “Il Messaggero”, “Il Sole 24Ore” e con i periodici specializzati “Air Press” e “Alata”. Era la sorella di Nello Quilici, giornalista e storico,  morto il 28 giugno 1940 a bordo del trimotore S.79 su cui volava Italo Balbo, nel cielo di Tobruk. Di recente è uscito l’ebook “Quarant’anni di aviazione civile”, un’ampia raccolta dei suoi articoli, redatti dal 1931 al 1971.
È da evidenziare, infine, che rare, rispetto ai paesi anglosassoni, sono state le giornaliste italiane corrispondenti dal fronte, durante la “Grande guerra”. Barbara Allason e Annie Vivanti, inviate in prima linea de “La Donna”, nell’agosto 1917, annotano lo stupore dei soldati al loro passaggio: “un’automobile con delle signore in zona di guerra e per giunta un’automobile militare guidata da chauffeur militari, non è cosa che si veda ogni momento”. Mentre, nel 1918, Ester Danesi Traversari si avventura nelle trincee, per raccontare la vita e i pericoli affrontati, secondo dopo secondo, dai soldati italiani.