La solidarietà ai colleghi che hanno fatto il loro dovere di giornalisti
La Procura della Repubblica di Novara ha ordinato giovedì 22 ottobre la perquisizione delle postazioni di lavoro, delle abitazioni e il sequestro delle memorie dei computer e dei telefonini di tre colleghi di Novara: Renato Ambiel caposervizio della redazione provinciale de La Stampa, del direttore della Tribuna Novarese Giuseppe Cortese e del cronista del bisettimanale Attilio Barlassina. I tre risultano indagati per aver anticipato a fine settembre le notizia di una inchiesta di corruzione che ha portato proprio questa mattina l’arresto di cinque persone: un sott’ufficiale dei carabinieri, la moglie funzionaria della Prefettura, un imprenditore edile e altre due coinvolte. Un’inchiesta clamorosa e che coinvolge a vari livelli la vita politica e amministrativa del Novarese.
L’Ordine regionale dei Giornalisti del Piemonte apprendendo con inquietudine di tali perquisizioni a carico dei colleghi conferma la solidarietà ai giornalisti coinvolti e alle loro redazioni, e sottolinea la difesa dei principi, dei diritti e delle garanzie che ispirano e tutelano la professione giornalistica dai tentativi di intimidirne chi la vive giorno per giorno.
“Sorprende e preoccupa, l’iniziativa della Procura proprio nel giorno in cui sono state confermate con gli arresti le anticipazioni pubblicate dai giornali. Tale iniziativa sembra non tener conto dell’obbligo dei giornalisti, indicato dall’articolo 2 della legge istitutiva dell’Ordine, di rispettare il segreto professionale sulle fonti delle notizie quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse. La libertà di raccolta delle informazioni e la tutela delle fonti sono patrimonio irrinunciabile di ogni giornalista. Tale iniziativa pare mettere in discussione anche un principio più generale sancito dalla Convenzione europea per i Diritti dell’Uomo che, all’articolo 10, afferma: “Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche”.
Un’iniziativa analoga aveva riguardato nelle settimane scorse anche un collega della redazione torinese di Repubblica che aveva scritto di un’inchiesta aperta sui vigili urbani, Segnali di un atteggiamento della magistratura che appare “infastidita” da chi, come giornalista, compie il suo dovere di dare le notizie, dopo averne verificato le fonti”.
Sergio Miravalle
Presidente regionale Ordine Giornalisti Piemonte