La Repubblica, 21 giugno 2014
Nell'articolo intitolato “Quando le notizie non sono né buone né cattive”, Giovanni Valentini scrive: «Buone notizie, cattive notizie e anche notizie “borderline”. C’è una terza categoria nel campionario dell’informazione che sfugge agli schemi e alle classificazioni tradizionali: le notizie “grigie”, quelle che non appartengono né alla cronaca bianca né alla cronaca nera. Sono le notizie “double face”, a duplice lettura».
Le hanno censite gli allievi del Master in Giornalismo presso l’Università di Bari, coordinato dalla professoressa Marina Castellaneta in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti di Puglia, attraverso l’Osservatorio, che durante un seminario, all’inizio dell’anno, fu deciso di istituire. Nell’arco di tre mesi, il gruppo di ricerca ha analizzato quattro quotidiani, tre nazionali e uno regionale: “la Repubblica”, il “Corriere della Sera”, “La Stampa” e “La Gazzetta del Mezzogiorno”. E ha potuto catalogare circa 250 cattive notizie. 100 buone e 34 definite “borderline”, escludendo quelle di carattere più politico che si prestano a interpretazioni differenti o contrapposte.
Nella ricerca, il numero delle notizie “cattive” risulta più che doppio rispetto a quello delle “buone”. Il dato ripropone la “querelle” sul fatto che – come spesso i lettori lamentano – i giornali, e più in generale i mass media, offrono prevalentemente una rappresentazione negativa della realtà.
Le “cattive” notizie sono state suddivise in quattro categorie principali: cyberbullismo, violenze sui minori, crisi e disoccupazione, patrimonio artistico e naturale deturpato. A loro modo, queste sono notizie ambivalenti, perché contengono una denuncia o un allarme che può essere funzionale alla soluzione del problema, da parte delle istituzioni e degli altri organi statali; ovvero alla precauzione o alla risposta da parte della collettività.
Dall’analisi delle “buone” notizie, risulta invece che gli argomenti più frequenti sono innanzitutto il trionfo della legalità, della buona amministrazione e gestione delle cose pubbliche. Poi, l’uso innovativo delle nuove tecnologie e delle risorse scientifiche, applicate alla salute, all’ambiente e alla ecologia. E infine l’ambito sociale, con le iniziative di volontariato e quelle culturali; le lotte per l’equità e l’affermazione delle libertà fondamentali in tutto il mondo.