Un
Ordine dei giornalisti più efficiente e più credibile. È l’auspicio del
ministro della Giustizia Paola Severino che lavorerà nei prossimi mesi sulla riforma del
Consiglio nazionale. Lo ha affermato al Festival internazionale del Giornalismo, nel corso del dibattito su “
Etica e giornalismo” al quale hanno partecipato il presidente dell’Ordine dei giornalisti
Enzo Iacopino e il sociologo
Enrico Finzi.
In tema di intercettazioni il ministro della Giustizia ho dichiarato di pensare a un filtro durante le indagini: “L'idea di base e' di assegnare al magistrato il compito di escludere le notizie che non sono rilevanti e attengono esclusivamente alla sfera personale”. Il ministro ha sostenuto che è nelle fasi interlocutorie delle indagini che “più di frequente avviene la comunicazione e la diffusione della notizia''.
Rispondendo a una domanda di Iacopino il ministro ha ricordato che “non c’è ancora un testo definitivo ma ci sono più che delle idee. Anzitutto quella di utilizzare al massimo ciò che in Parlamento è andato in doppia lettura e quindi approvato.”
La Severino si è quindi soffermata sui punti fermi della normativa che “deve conciliare gli interessi di tutti ed estremamente rilevanti“.“Il diritto-dovere del giornalista di informare su fatti che hanno una rilevanza sociale, quello del magistrato di portare avanti le proprie indagini in una tutela della riservatezza indispensabile in alcune fasi (perché non venga spezzata sul nascere e si crei l'occasione di sfuggire alle maglie del controllo), il diritto del cittadino, anche sotto indagine, di vedere pubblicate notizie che attengano all'inchiesta ma non esclusivamente la sua vita privata e anche di non vedere sui mezzi d'informazione contenuti di intercettazioni non rilevanti per il procedimento“.
Colpita dai risultati dello studio, che vedono la credibilità dei giornalisti ridotta a livelli molto bassi, seppure superiore a quella di editori e pubblicitari, Paola Severino ha rilanciato l’esigenza di una rigorosa formazione professionale, non limitata a praticanti e free lance, ma allargata anche a chi è in attività: una formazione permanente e continua.
I cittadini intervistati da Enrico Finzi hanno le idee chiarissime sui limiti del giornalismo italiano, sulla tendenza dei politici e dei pubblicitari ad asservire l’informazione, sulla debolezza dei giovani precari, poco tutelati e meno liberi dei garantiti. E, sebbene il 30% ignori l’esistenza dell’Ordine, tutti gli altri lo ritengono essenziale per tutelare etica e deontologia. Anche il ministro la pensa così, aggiungendo però che non è sufficiente “la giustizia domestica” ma serve inserire nei Consigli di disciplina altre figure, oltre a quelle dei giornalisti.
Infine la Severino, ha affrontato l’attuale tema dei blog. “Il giornale – ha detto – ha una sua consistenza cartacea: il giornalista è individuabile, l’editore anche, e dunque è possibile intervenire. Il blog ha invece una diffusione assolutamente non controllata e non controllabile, in grado di provocare danni estremamente più diffusi. Ecco perché bisogna vederne anche la parte oscura”. “E’ un fenomeno certamente positivo per alcuni aspetti – ha aggiunto - ma nel quale si possono annidare anche cose negative. Questo mondo va regolamentato e, pur nella spontaneità che ne rappresenta la caratteristica, non può trasformarsi in arbitrio”.