Nel 1883,quando il velocipedismo cominciò a diffondersi con la comparsa degli “eleganti bicicli d’acciaio”, era nata a Torino la prima pubblicazione dedicata solo a quel mezzo, la “Rivista Velocipedistica”, fondata dal Barone Vincenzo Fenoglio Enrici. I velocipedisti “correvano in guanti di pelle scamosciata, in maglia lunga e completa e avanti alle gare passavano in sfilata e gettavano fiori alle signore nei parchi”!
Lo sport ciclistico era seguito ormai da molti: letterati e artisti “biciclettavano”, compreso il Re Umberto, la Regina Margherita, il Duca degli Abruzzi.
Erano nati nuovi giornali, “Il Ciclo” e, poi, “La Bicicletta” di colore roseo, tecnica, vivace e originale nello stile e nel linguaggio. Nella sua redazione nacquero gli inviati speciali che raggiunsero in bicicletta luoghi lontanissimi. Un certo Masetti arrivò fino a Capo Nord e si dice avesse incontrato e intervistato Leone Tolstoj!
Delle corse si pubblicavano esclusivamente notizie della partenza, arrivo e l’intervista del vincitore!
Il 3 aprile del 1896 l’informazione sportiva fa un gigantesco passo in avanti, nasce la “Gazzetta dello Sport” non rosa, ma verdognola e che “arieggiava” il “Vélo” parigino. Il giornale monopolizzò il mercato restando nel 1904 il solo quotidiano sportivo. “La Gazzetta”, organizzò importanti gare ciclistiche che restano ancora: Giro di Lombardia, Milano-Sanremo e poi, nel 1909, Il Giro d’Italia.