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UNCI: L’Italia faccia ogni sforzo per tutelare Sayed Kambakhsh

22/10/2008
L’Unione Nazionale Cronisti chiede al governo, alle istituzioni e a chiunque ne abbia la possibilità, di esercitare il massimo di pressione per tutelare Sayed Parwez Kambakhsh, il giovane cronista afgano che era stato condannato a morte e che in appello ha avuto oggi una condanna a 20 anni di reclusione.
Come era evidente dalle accuse formulate nel tribunale tribale di Mazar-i-Sharif, e come ha spiegato il fratello Sayed Yaqub Ibrahimi - che nello scorso marzo è venuto a Viareggio a ritirare il Premio Cronista internazionale assegnato a Parwez - il giovane cronista è del tutto innocente e le accuse che gli sono state rivolte sono servite ad ammonire la stampa a non interessarsi delle vicende che riguardano i signori della guerra e le spartizioni territoriali dell’Afghanistan.
L’Unione Cronisti chiede quindi che riparta la mobilitazione internazionale a favore di Sayed Parwez Kambakhsh e della libertà di stampa in Afghanistan e che anche il governo italiano si adoperi affinché da parte di tutte le istituzioni afgane, a cominciare proprio dalle aule giudiziarie, siano garantiti la legalità e i diritti umani.
La democrazia che anche l’Italia sta cercando di costruire in Afghanistan, con il suo impegno politico e militare, non può rinunciare ai principi dell’inviolabilità della vita e della libertà di stampa e di opinione.