La guida fornisce un supporto concreto a chiunque abbia iniziato o stia per iniziare a svolgere attività giornalistica. Vengono inoltre fornite quelle informazioni che spesso non si ha il tempo di dare…
Giornalisti si nasce o si diventa? È questo il costante dubbio amletico che assale il mondo della stampa. Soprattutto se si è alle prime armi con questo affascinante mestiere (quello più bello del mondo, ndr…) e forse anche un pochino ‘pericoloso’, a detta di molti. Sono infatti parecchi coloro che desiderano diventare giornalisti, convinti che si tratti semplicemente di una professione che si apprende sul campo, il cui requisito essenziale è il piacere della scrittura.
Però la realtà non sta esattamente in questi termini. Il giornalismo è un mestiere difficoltoso, talvolta frastagliato e in salita, per cui sono necessarie abilità e competenza. Chi riesce a inseguire il proprio sogno, lo realizza a prezzo di notevoli sforzi. Certo, uno deve amare scrivere, leggere, deve investire del proprio tempo, studiare, lottare, dimostrare, ricercare il dettaglio, sviluppare le proprie competenze, confrontarsi, sapere sostenere le proprie ipotesi e confutare le proprie tesi. Ma non è ancora tutto. Come affrontare quindi l’approccio a questa carriera così aggrovigliata, ma tanto curiosa?
Lo spiega Daniela Molina, giornalista e scrittrice, autrice del libro “Diventare Giornalisti”, un manuale di base per l’aspirante giornalista. Un vademecum di base per chi muove i primi passi nel mondo del giornalismo.
1. Quali sono i primi passi che deve muovere un aspirante giornalista? A chi rivolgersi? Tre qualità che non devono assolutamente mancare…
Direi senso di responsabilità, curiosità, capacità di osservazione e di analisi. Queste dovrebbero essere qualità innate, il resto lo si impara. Studiare l’italiano sarebbe un buon inizio. Può sembrare una boutade o una banalità ma conosco giornalisti che possono portarti dove vogliono grazie all’uso sapiente della nostra lingua; altri invece che inciampano continuamente nella grammatica costringendoti ad abbandonare la lettura o l’ascolto. Se si vuol essere giornalisti bisogna poi sapersi informare autonomamente, attraverso fonti attendibili e non per “sentito dire”, sulle regole deontologiche, sulle tecniche giornalistiche, sulle modalità di reperimento delle notizie, sulle leggi in materia, sulle norme fiscali, ecc. Visitando il sito dell’Ordine nazionale e di quello regionale di appartenenza, ad esempio. E poi leggendo i manuali di giornalismo. Il mio libro offre appunto quella prima informazione necessaria a svolgere – senza future brutte sorprese – questa attività: l’ABC imprescindibile, senza il quale cioè non si può dire di saper “fare” il giornalista.
2. Come passare da pubblicista a professionista?
Oltre al praticantato di 18 mesi previsto dalla Legge 69/1963, il Consiglio Nazionale nel corso del tempo ha emanato alcune delibere, la cui valenza giuridica è stata confermata dagli Organi magistrali preposti, che offrivano ulteriori possibilità di affrontare l’esame professionale. Tra queste il praticantato di fatto, ovvero l’aver svolto un’attività professionale pur senza l’assunzione prevista presso un giornale nazionale con i criteri stabiliti da tale Legge, ormai obsoleta. Ultimamente poi abbiamo deliberato sul Ricongiungimento, ovvero sul riconoscimento del lavoro giornalistico svolto dai pubblicisti a prescindere dall’entità del pagamento e dalla forma contrattuale. Informazioni più approfondite al riguardo si trovano sul mio libro che si rivolge non solo a chi intende iniziare a svolgere questa attività ma anche a chi è già iscritto all’Ordine, in particolare a tutti quei pubblicisti che intendono svolgere con professionalità il compito del giornalista e che non sono stati adeguatamente formati all’interno delle redazioni con le quali hanno collaborato. D’altro canto la legge non obbliga i dirigenti dei giornali a formare i pubblicisti, dunque la formazione deve essere conseguita autonomamente se si intende esercitare con serietà.
3. Compito del giornalista è quello di dare notizie vere e quindi verificate. Cronaca bianca, lavoro su strada, lavoro al desk, banche dati, inchieste… Come reperire le notizie?
Ci sono diverse modalità per reperirle, alcune più facili altre più complesse. Nel primo caso si tratta dei comunicati stampa e delle agenzie, che appartengono al lavoro di desk del redattore; nel secondo caso si tratta di far lavorare il cervello come un investigatore che segue alcuni indizi, ispirato dalla propria innata curiosità, e di far lavorare le gambe; come dicevano i vecchi padri del giornalismo: di battere le strade. Per parlare con la gente, per trovare le fonti. Nel mio libro riporto alcuni esempi concreti di questi e altri metodi di reperimento delle notizie.
4. Essere giornalista significa anche rispettare tutte le regole deontologiche della professione, per evitare sanzioni disciplinari. Ce ne illustra brevemente qualcuna? Quali sono le piu’ critiche da osservare?
Evitare di fare pubblicità indiretta, saper distinguere tra informazione e comunicazione, non farsi trascinare dalla pigrizia per evitare di farsi portavoce di un’unica fonte. Tecnicamente le fonti dovrebbero essere sempre più di una, e di parere opposto, per evitare di essere di parte e dare al lettore la possibilità di farsi un’opinione basate su informazioni complete. L’imparzialità è uno dei fondamenti etici del giornalismo ed è difficile da applicare perché, inconsapevolmente, siamo portati a rilanciare una notizia data da una fonte primaria – soprattutto se istituzionale – dandola per scontata. In questo caso è utile applicare la regola del commento, ovvero mettere in rapporto l’oggetto della notizia con il contesto ed analizzarlo in tal senso.
5. L’Ordine dei Giornalisti, da molto tempo, chiede al Parlamento una riforma della legge sulla professione giornalistica numero 69 del 1963, ora difficilmente applicabile al giornalismo italiano. Quale futuro, dunque, per il giornalismo?
Dopo lunghe discussioni in merito, il CNOG ha predisposto una proposta di riforma di questa vecchia legge che non risponde più alle esigenze della contemporaneità. Tale proposta di riforma – pubblicata sul sito dell’Ordine Nazionale – prevede una serie di cambiamenti essenziali che rispecchiano le necessità dei giornalisti. Ovviamente dovrà essere il Parlamento a modificare la Legge e le nostre non sono che delle richieste, delle indicazioni che però andrebbero prese in seria considerazione dal momento che solo i giornalisti in attività possono avere giusta conoscenza della propria professione. Se il Parlamento modificherà questa legge – talmente obsoleta da risultare ridicola – seguendo le indicazioni e i suggerimenti di chi è legittimamente coinvolto, ovvero i giornalisti, allora il futuro potrà offrire a tutti noi impegnati in questa attività un nuovo motivo per esserne fieri, ma se si continuerà nella cieca applicazione della L. 69/1963, allora questa professione è destinata ad avvilupparsi su sé stessa e morire. A meno che non sia proprio questo ciò che si vuole.
Chi è Daniela Molina
Daniela Molina, giornalista e scrittrice, è direttore responsabile del giornale online Donna In Affari e membro del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. Nel corso della sua carriera ha collaborato con quotidiani e periodici nazionali o locali ed ha utilizzato tutte le forme di comunicazione giornalistica, fino a quella del documentario. In possesso di una laurea ottenuta con il massimo dei voti in Scienze e tecnologie della comunicazione, con indirizzo Linguaggi giornalistici, e di una laurea magistrale con lode in Editoria multimediale e nuove professioni dell’informazione, con una tesi in Etica e Regolamentazione del Giornalismo, ha anche curato uffici stampa e pubblicato diversi libri tra romanzi, racconti e curatela di opere varie.
SCHEDA LIBRO
Titolo: Diventare giornalisti
Sottotitolo: Manuale di base per l’aspirante giornalista
Autrice: Daniela Molina
Pagine: 200
Formato: 17x24
Prezzo di Copertina: € 20,00
Codice ISBN: 9788897295099
Editore: Irideventi edizioni
© Irideventi
I edizione: febbraio 2014