Tra i predatori della liberta' di stampa, individuati dall'organizzazione Reporter senza Frontiere (Rsf), ci sono anche le organizzazioni mafiose italiane, che hanno numerosi giornalisti ''nella loro linea di mira''.
''In totale - scrive Rsf - una decina di giornalisti lavorano sotto protezione della polizia. Le minacce, le lettere anonime, le gomme squarciate, le auto incendiate si contano a centinaia.
Tutti i giornalisti che scrivono di gruppi mafiosi sono stati in un momento o nell'altro sorvegliati''.
L'organizzazione cita in particolare tre casi emblematici: lo scrittore Roberto Saviano, ''ricercato dal clan dei Casalesi'', il giornalista dell'Espresso Lirio Abbate, ''che vive sotto protezione permanente della polizia'', e la cronista del Mattino di Napoli Rosaria Capacchione.