Il giornalismo e i giornalisti italiani hanno tante colpe da farsi perdonare. Forse, sono addirittura imperdonabili, quando insultano gratuitamente il congiuntivo o quando litigano, senza ragione, con la grammatica.
In qualche misura, accettano un'omologazione disdicevole. Propongono un modello di società poco riflessivo. Si lasciano guidare dalla casualità, dalla pigrizia e, qualche volta, dalla vigliaccheria. E appaiono, talora, esageratamente acquiescenti con le gerarchie del potere "amico" per diventare inutilmente aggressivi con chi risulta "avversario".
Ma cosa c'entra l'Ordine professionale? Se le stanze di Lungo Tevere Cenci venissero murate la qualità dell'informazione avrebbe un sussulto positivo?