Marche

Dalla convenzione di New York sui diritti del fanciullo, fino ad arrivare alla carta di Treviso del 1990, i principi che dovrebbero regolare il rapporto minori e mass media sono ben definiti. Il loro obiettivo, nero su bianco, è quello di tutelare i soggetti fragili. Eppure “ciò che sembra chiaro sulla carta, non sempre lo è nella pratica”.

 

 

Il nuovo Consiglio dell’Ordine dei giornalisti delle Marche eletto interamente al primo turno. Per la prima volta, nella storia dell’Ordine marchigiano, tutti i candidati della lista del Presidente uscente (professionisti e pubblicisti) hanno superato il quorum e sono stati eletti al primo turno. E’ stato pertanto annullato il ballottaggio che era stato fissato per domenica prossima 30 maggio.

 

Il consuntivo 2009 chiuso con un avanzo di gestione di poco superiore agli ottomila euro. Azzerato in tre anni il debito per l’ampliamento e la ristrutturazione della Sede.

I bilancio dell’Ordine dei giornalisti delle Marche (consuntivo 2009 e preventivo 2010) sono stati approvati all’unanimità. L’Assemblea regionale, che si è svolta domenica scorsa a Cupra Montana ha votato senza obiezioni i documenti contabili, la relazione del Consiglio e la relazione dei Sindaci revisori. Il Presidente, nella relazione al Consiglio e all’assemblea ha evidenziato le crescenti difficoltà a far quadrare i conti, per un Ordine piccolo come quello marchigiano (circa duemila iscritti), a causa del blocco della quota che è ferma addirittura al 2001.

 

Con una buona partecipazione di colleghi si è svolta domenica scorsa a Cupra Montana l’assemblea regionale dell’Ordine dei giornalisti delle Marche. E’ l’impegno annuale previsto dalla legge per l’approvazione del bilancio consuntivo 2009 e preventivo 2010. In genere l’assemblea si svolge l’ultima domenica dei marzo: quest’anno è stata anticipata di una settimana per non farla coincidere con le elezioni amministrative.

 

Il caso del giornalista marchigiano Italo Toni e della sua collega romana Graziella De Palo, scomparsi misteriosamente a Beirut il 2 settembre 1980, arriva in Parlamento. Sarà discusso oggi (giovedì 24 settembre) alla Camera l'ordine del giorno presentato dall'on. David Favia (Idv), capogruppo nella Commissione affari costituzionali.

 

L'ordine del giorno chiede di togliere il segreto di Stato sulla vicenda, "per giungere all'accertamento dei fatti e alla riapertura dell'indagine giudiziaria".