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Il reato di diffamazione a mezzo stampa, in Croazia, non sarà più punito con il carcere. Il paese balcanico ha seguito l’esempio di Serbia e Macedonia. Tra il 2004 e il 2005, moltissimi giornalisti croati sono stati arrestati per diffamazione. L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa ha negoziato con il governo una modifica della legge, riuscendo a ottenere la trasformazione del reato da penale a civile. Miklos Haraszti, rappresentante dell’Osce per la libertà dei media, ha definito la decisione “un importante passo verso una comunicazione più libera”.
Federico Rampini, editorialista e inviato di Repubblica, ha
vinto il 41esimo Premio Saint-Vincent di Giornalismo “per essersi distinto nel 2005 con la propria attività”. Riconoscimenti sono andati anche a Candido Cannavò, Vittorio Roidi e a Evelina Christillin, vicepresidente vicario del comitato organizzatore dei Giochi olimpici di Torino 2006. Il Premio Saint-Vincent è indetto dalla Regione Valle d'Aosta con il patrocinio dell’Ordine nazionale dei giornalisti e della Federazione nazionale della stampa.
Consegnati, a Riccione, i premi “Ilaria Alpi”. Il riconoscimento (per servizi giornalistici televisivi) è intitolato all'inviata del Tg3 uccisa nel 1994, a Mogadiscio, insieme con il telecineoperatore Miran Hrovatin, e ha l'intento “di valorizzare l'inchiesta televisiva e le produzioni indipendenti e un giornalismo fatto con coraggio, scrupolo investigativo, onestà intellettuale e dignità”. Tra i vincitori: Gabriele Lo Bello, Roberta Fiorentini, Paola Baruffi, Sigfrido Ranucci e Salvatore Falco. Il Premio Miran Hrovatin è stato assegnato a Romolo Paradisi, Ercole Rocchetti e Raoul Garzia.
La Giordania è decisa ad abolire le pene detentive per i giornalisti. Lo ha annunciato Nasser Jawdeh, portavoce del governo, dopo che due cronisti sono stati condannati a due mesi di reclusione per aver pubblicato alcune delle controverse caricature del profeta Maometto. “Il governo introdurrà una clausola al riguardo nella nuova legge sulla stampa che presenterà in Parlamento”, ha aggiunto Jawdeh, precisando che ciò “riflette il punto di vista del re (Abdallah), che è contrario alla carcerazione dei giornalisti.
Amnesty International ha lanciato una campagna mondiale contro la censura e la repressione sul web. Annunciando la nascita del sito Internet “Irrepressible.info”, il gruppo che si occupa dei diritti umani ha chiesto a tutti gli internauti di mobilitarsi per chiedere ai governi la fine della censura e alle compagnie che operano in Rete di non cedere alle pressioni istituzionali. Per Amnesty la censura on line è “una nuova minaccia alla libertà”, soprattutto in Cina, Tunisia, Vietnam, Iran, Israele e Maldive.
Alessio Gaggioli, cronista del “Giornale della Toscana”, è il vincitore della seconda edizione del premio giornalistico, “Gabriele Capelli”. L'iniziativa, in ricordo del giornalista dell’Unità scomparso nel 2004, si è conclusa con la cerimonia di consegna, tenutasi, a Firenze, nella sala giunta della Regione Toscana. Gaggioli è stato premiato per l’articolo “Lavoro nero: a Firenze la tratta degli immigrati”, pubblicato il 27 maggio del 2005.
È stato assegnato a Franco Venturini, editorialista del Corriere della Sera, il premio Luigi Barzini all'inviato speciale 2006. La cerimonia si è svolta a Orvieto, nel Palazzo del Popolo. “Nato a Venezia, Venturini - ha
scritto la giuria nella sua motivazione - continua a orientare
il suo lungo viaggio nel giornalismo sullo spirito di una città aperta al mondo e all'umanità”. Il premio è intitolato a Luigi Barzini, tra i più famosi giornalisti italiani dell'inizio del secolo scorso.
Sander Donkers e Harm Ede Botje, della rivista Vrij Nederland, olandesi, sono i vincitori del premio giornalistico indetto dall’Unione europea: “Sì alle diversità. No alle discriminazioni”. I due sono stati premiati per un articolo sulla discriminazione etnica e razziale nei Paesi Bassi, in particolare nei confronti dei musulmani. Il Commissario europeo per l'occupazione, Èpidla, ha così commentato: “Ci vuole coraggio e impegno per fare luce su vicende che non sempre suscitano i titoloni dei giornali”.
Il giornalista cinese, Yang Tianshui, 45 anni, è stato condannato a 12 anni di carcere per sovversione. Secondo l'accusa avrebbe appoggiato un movimento di dissidenti in esilio che chiedono elezioni libere in Cina (“Velvet Action of China”). A Tianshui sono stati contestati alcuni articoli pubblicati sul Web, che sono alla base della incriminazione. Il giornalista, in prigione dallo scorso dicembre, ha annunciato che non ricorrerà in appello, in segno di protesta contro un processo a suo avviso illegale.
“Gli editori di giornali, in Europa, stanno sperimentando attivamente edizioni on line ma, il 70% delle più importanti
notizie in Rete è identico alle notizie pubblicate nel giornale stampato”. È quanto emerge dalla ricerca pubblicata dall'Università di Amsterdam sull’analisi comparativa dei giornali in stampa e on line di 16 paesi europei. In particolare, “i giornali stampati in Italia – si legge nella ricerca – tendono a enfatizzare notizie più serie, mentre i giornali on line danno, in qualche modo, più attenzione a questioni marginali”.
Mahmoud Ahmadinejad figura tra le cinque “new entry” nell'elenco dei “predatori della libertà di stampa” stilato da Reporter senza frontiere. Il presidente iraniano è affiancato dal premier etiopico Meles Zenawi, dai gruppi Tamil dello Sri Lanka, e, in Colombia, dal capo dei paramilitari Diego Fernando Murillo Bejarano e dal capo dei guerriglieri delle Farc, Raul Reyes. I cinque nuovi ingressi portano a 37 il numero di predatori che, secondo Rsf, hanno “il potere di far incarcerare, rapire, torturare e, talvolta, assassinare" i giornalisti.
Perché ci sia più libertà di stampa è necessario ridurre la povertà: è questo il tema della Giornata mondiale della libertà di stampa dell’Unesco per il 2006, che si celebrerà il 3 maggio. “Media, sviluppo e sradicamento della povertà”, così il titolo dell’appuntamento internazionale. Gli organizzatori hanno invitato i partecipanti a considerare i legami tra i media indipendenti e l'alleviamento della povertà, nonché i fattori cruciali che intaccano questi
legami. Dall'Unesco anche l’invito, rivolto alle redazioni, a celebrare la giornata, commemorando la scomparsa di giornalisti uccisi mentre svolgevano il loro lavoro in zone belliche e non.
I giornalisti dovranno essere protetti in futuro dalle conseguenze giudiziarie derivanti da inchieste in cui le fonti devono restare anonime. La richiesta è firmata dall’Unione dei giornalisti tedeschi (Djv) e girata al Parlamento di Berlino, in seguito alle accuse formalizzate nei confronti di un giornalista, accusato di aver “diffuso segreti di stato”. Il presidente della Djv, Michael Konken, ha quindi accolto “con favore” la proposta di legge presentata al Bundestag dai Verdi e dai liberali della Fdp, volta a promuovere una maggiore tutela degli operatori dell'informazione. La legge, se approvata, farà sì che non sarà più penalmente perseguibile il giornalista che nel corso delle sue inchieste dovesse citare documenti protetti da segreto di stato. Via libera anche alla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche.
I media canadesi non potranno più seguire le riunioni del Consiglio dei ministri. Lo ha deciso il premier Stephen Harper, scatenando la protesta dei diretti interessati. Una posizione che i sindacati hanno definito “antidemocratica” e “destabilizzante”. In un clima di crescente polemica con la stampa parlamentare, Harper - per tutta risposta - ha convocato il primo Consiglio dei ministri senza darne notizia ai media: una decisione che non ha precedenti in Canada. Peter Murdoch, vicepresidente del sindacato delle Comunicazioni e della Carta stampata (160.000 iscritti), ha affermato che “nascondere il lavoro dei ministri è bizzarro e, per molti aspetti, intimidatorio”.