Il calcio è un gioco, e su questo non ci piove. Però è anche qualcos’altro. Qualcosa che è difficile da definire perché è una somma di emozioni, di passioni condivise, di potenti ricordi che uniscono e dividono, che ti avvicinano e respingono, che ti restano dentro il cuore anche quando il fuoco si è spento.
Per questo, il calcio, si presta ad essere raccontato e soprattutto ricordato. A volte perfino abusando: perché il tempo, come si sa, smussa gli angoli. Un bel dribbling diventa unico. Una rimonta diventa mitica. Una parata leggendaria. Una rovesciata eccezionale, un gol superlativo. Pensate a Italia-Germania 4-3, o all’’urlo di Tardelli nella finale di Madrid con Pertini tutto soddisfatto che alza la pipa in segno di vittoria.