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I giornalisti italiani sono costretti ad attuare uno dei più lunghi scioperi della loro storia, nel tentativo di aprire la trattativa contrattuale. Il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti giudica gravissimo il reiterato rifiuto della Fieg di discutere il contratto di lavoro e considera inaccettabili, di natura chiaramente minatoria, le dichiarazioni rese in sede parlamentare dal presidente degli editori Biancheri.
E' irresponsabile, infatti, agitare l'ombra di una rottura irreparabile che faccia saltare lo stesso istituto del contratto. E stupisce che proprio chi riveste una simile carica possa dare un'immagine così catastrofica del settore editoriale, quando invece i bilanci indicano l'esatto contrario. Semmai va riequilibrato il rapporto delle risorse pubblicitarie tra carta stampata e televisioni.
Si è svolta a Urbino la riunione nazionale delle scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine nazionale. All’incontro seminariale hanno partecipato direttori e docenti di 12 istituti. Si è trattato della prima riunione, dopo la nascita del coordinamento, avvenuta a Milano, in primavera.
Al mattino, presso l’Università “Carlo Bo”, l’anno accademico era stato inaugurato, con un incontro fra gli studenti del nuovo biennio dell’Ifg di Urbino (giunto al diciottesimo anno di vita) e il giornalista del Corriere della Sera Gian Antonio Stella. Erano presenti il rettore Giovanni Bogliolo, Lorenzo Del Boca che ha portato il saluto del Consiglio nazionale la direttrice dell’ Ifg, Lella Mazzoli, l’assessore regionale Ugo Ascoli, il sindaco di Urbino, Franco Corbucci, il presidente dell’Ordine regionale, Gianni Rossetti.
La Commissione della selezione pubblica per l’assunzione, con contratto di formazione e lavoro della durata di 12 mesi, di una unità lavorativa, per l’area di posizione B2 – profilo assistente di amministrazione, ha concluso i propri lavori.
Il Comitato Esecutivo dell’Ordine preso atto dei risultati, ha approvato la graduatoria finale di merito, che è già stata pubblicata, mediante affissione all’albo del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti in Lungotevere de’ Cenci n.8 – Roma.
Il governo convoca formalmente Fieg e Fnsi per aprire un tavolo di concertazione sui problemi dell’editoria. I giornalisti accettano, gli editori dicono sì, ma con riserva. E’ sciopero.
La decisione è stata comunicata ieri sera dalla Giunta della Federazione della Stampa: una giornata di sciopero senza preavviso delle agenzie di stampa e dei quotidiani, per protestare contro il nuovo rifiuto degli editori della Fieg alla proposta del governo di riaprire il negoziato contrattuale nell’ambito di un confronto sulla riforma dell’editoria.
Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha esaminato la richiesta avanzata dal giornalista Renato Farina affinché venisse sospesa, in attesa della pronuncia di merito sul suo ricorso, l’applicazione della sanzione di sospensione dall’Albo inflittagli dal Consiglio regionale della Lombardia. Contro la delibera dell’Ordine della Lombardia ha presentato ricorso anche la Procura della Repubblica di Milano chiedendo un aggravamento della sanzione. La richiesta di sospensiva di Farina è stata respinta con 75 voti su 75 votanti.
Il Consiglio nazionale ha anche respinto le richieste di sospensiva presentate da Antonio Damascelli, sospeso per 4 mesi dall’Ordine della Lombardia; Lamberto Sposini, sospeso per 3 mesi dall’Ordine di Roma; Franco Melli, sospeso per 4 mesi sempre dall’Ordine di Roma.
La riforma dell’Ordine e l’accesso alla professione sono stati i temi oggetto di discussione nel Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti del 30 ottobre 2006. La Commissione giuridica ha esposto le proprie riflessioni confermando che il punto di partenza del progetto di riforma rimane il documento approvato il 3 luglio 2002.
Il sito dell’Ordine nazionale dei giornalisti è rimasto bloccato per alcune ore, a causa della comparsa di un messaggio di un’organizzazione straniera. Domenica 22 ottobre, sull’home page del sito è comparsa abusivamente una scritta in inglese, lanciata nella rete Internet da parte di una “Guard of Turkey and Islam”, diretta alla Francia. Si faceva riferimento alle responsabilità di quel paese nei confronti del “genocidio del popolo algerino e si incitava ad una “Cyber war”. Il messaggio concludeva con le scuse ai giornalisti italiani per quanto stava avvenendo.Il Segretario dell’Ordine, Vittorio Roidi, ha segnalato l’accaduto alla Digos e, dopo il sopralluogo della Polizia postale, il sito dell’Ordine è stato ripristinato.
Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, riunito a Roma il 3 e 4 ottobre 2006, in apertura dei lavori ha ricordato il consigliere Pasquale Salerno recentemente scomparso, al quale subentra il collega Camillo Albanese. Il Consiglio ha poi ascoltato la relazione del presidente Lorenzo Del Boca, sul tema della riforma dell’Ordine e sulle polemiche scaturite dalla proposta dell’onorevole Capezzone; ha poi preso atto di una lettera inviata a tutti i componenti del Consiglio da parte del segretario nazionale, Vittorio Roidi, che ne ha illustrato i contenuti. Sul problema della riforma si è svolto un dibattito, che verrà proseguito nella prossima riunione del Consiglio. Su proposta del consigliere Claudio Santini, il Consiglio ha poi approvato il seguente ordine del giorno:
La consulta dei presidenti e dei vice presidenti degli Ordini regionali, riunita a Jesi il 13 ottobre 2006 esprime la propria preoccupazione per le recenti sentenze della Corte di Cassazione, sezione “Lavoro”, su alcune controversie di lavoro giornalistiche.
Tali sentenze, che nei casi più recenti hanno riguardato tre colleghi del Messaggero (due dei quali impegnati nel Lazio ed una nelle Marche, che avevano avuto riconoscimento delle proprie ragioni dalla magistratura di merito) poggiano su principio della nullità del contratto di lavoro giornalistico stipulato con loro, in quanto non professionisti all’epoca.
Al di là del fatto che questa giurisprudenza produca, come effetto principale, licenziamenti in serie di giornalisti che dopo anni di precariato nelle redazioni hanno chiesto di sanare le proprie posizioni di lavoro, preoccupa il riferimento a principi che introducono novità incompatibili con l’attuale ordinamento professionale dei giornalist
La Consulta dei Presidenti e vice Presidenti degli Ordini regionali dei giornalisti, riunita a Jesi il 13 ottobre scorso, ritiene gravissimo l’atteggiamento della Federazione degli editori che, nonostante la mediazione del Ministro del Lavoro, rifiuta di aprire la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale.
Contemporaneamente si assiste ad un attacco sferrato da più parti alla professione giornalistica e ad un tentativo di distruggere gli istituti (accesso, deontologia, ecc.) sui quali era stato costruito, al fine di favorire l’autonomia dei giornalisti, l’autogoverno della categoria oggi pressata da chi intende piegare ai propri obiettivi politici ed economici il lavoro di coloro che devono svolgere la funzione informativa nell’esclusivo interesse dei cittadini.